Come in un sogno

mi sono persa…

Stamane sono andata da un cliente, al ritorno ho acceso la macchina, la musica e mi sono diretta versa casa. Come al solito appena giro la chiave comincia il vero viaggio. La mie mente parte, è come se uscisse fisicamente dal mio corpo che rimane li a compiere gesti meccanici, la mente invece comincia a viaggiare in genere alla ricerca di sensazioni e/o emozioni che durante “il viaggio” sono sempre più forti ed intense che nella “vita reale” nel bene e nel male.
Ci sono momenti in cui riesco a vedere cose che altrimenti non vedrei, oggi ad esempio ho osservato persone, cortili, finestre, angoli di campagna in cui si consumano vite “normali”, quotidianità e routine cosi personali ed intime, diverse da quelle degli altri ma allo stesso tempo vissute più o meno consapevolmente come unico modo possibile.
Sono in una strada stretta, tutta curve in mezzo a campi in cui il mais è talmente alto da costituire un muro che ti priva dell’orizzonte, mi da quasi un senso di soffocamento.
Incontro varie persone in bicicletta. C’è chi indossa attillate tutine e caschi colorati probabilmente sta sfruttando il suo turno di riposo per misurarsi con la propria passione, c’è la signora che vuole arrivare alla casa dei vicini per fare qualche chiacchiera e perdere il caffè e poi ci sono i “nuovi” ciclisti della campagna; sono ragazzi stranieri, spesso di colore che usano la bicicletta come mezzo di trasporto prima e dopo la giornata in campagna esattamente come nei racconti di mia nonna.

…improvvisamente la mente rientra nel corpo, mi guardo intorno e non so dove sono, mi trovo in un paese che non conosco, davvero non so dove sono! I miei automatismi mi hanno tenuto fuori da un fosso ma non mi hanno portato a casa! Istintivamente la mano va sul touch-screen del navigatore come a chiedere aiuto ma alla fine cambio idea! Decido di provare a continuare questo viaggio mente e corpo insieme. Comincio a guardarmi intorno e cerco di appellarmi al senso dell’orientamento, prendo una strada e la percorro a bassa velocità alla fine come per magia mi ritrovo in un luogo noto e riprendo la strada di casa.

Il contachilometri non arriva ai 50 km, la musica continua a suonare e gli occhi ad osservare, la strada finisce e mi ritrovo di fianco alla chiesa a Tamara. Mi immetto nell’immenso viale, perché a Tamara c’è una promenade da far impallidire le grandi città, e la trovo piena di gente e di auto parcheggiate.
C’è il mercato! Abito a 500 mt da qui da 20 anni e ancora non so che il mercoledì c’è il mercato!

5 o 6 bancarelle, vestiti, frutta e verdura ma soprattutto il signore che vende polli vivi e uova! Ma chi compra i polli vivi al mercato nel 2018??? Dopo che lo hanno comprato cosa ne fanno?

Forse in uno di quei cortili che ho visto durante il mio viaggio c’è qualche pollo che scorrazza! Forse nella quotidianità di qualche signora nel proprio cortile si spennano polli ruspanti a cui si è appena tirato il collo?

Mi piace viaggiare, mi piace perdermi!

E come dice Guccini in un verso di una sua canzone:
“…ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare.”