“i balati ra Vucciria ‘un s’asciucanu mai”

” I balati ra Vucciria ‘un s’asciucanu mai ”  ( Il pavimento della Vucciria non si asciuga mai ),  i numerosi banchi del pesce mantengono il pesce sempre umido, il ghiaccio si scioglie e l’acqua scorre lungo vicoli e piazze della Vucciria mantenendole costantemente bagnate. Quando a Palermo si parla di qualcosa che non si avvererà mai si dice che succederà “quannu e balati ra Vucciria s’asciugano”.

I negozi ed i banchi del mercato del mattino sono ormai chiusi, la piazza è fatiscente, il pavimento ancora bagnato e appiccicoso, su un lato della piazza cassonetti colmi di cassette e immondizia, nel centro della piazza, sotto il sole ancora alto, tavolini e sedie di plastica marchiati Coca Cola, in fondo alla piazza 4 calcini apparentemente abbandonati in mezzo alla strada.

Mi chiedo se è davvero qui che dovevo venire, è davvero questa la famosa Vucciria?
Qualcosa sta accadendo! In ogni angolo cominciano ad animarsi piccole botteghe a cielo aperto, le sistemazioni appaiono “provvisorie” anche se è evidente che si sta per consumare un rito ormai antico e quotidiano.

I turisti e qualche palermitano cominciano ad arrivare, dai banchi iniziano a sollevarsi fumi; profumi e rumori cominciano a crescere. Ognuno posiziona la propria mercanzia fresca o cruda che verrà scelta e cotta al momento.
Al centro della piazza la signora del banco dei fritti sistema enormi arancini e accende il fuoco sotto un pentolone d’olio poggiato a terra dietro di lei su un fornello da campo.

Poco più avanti un enorme pentolone pieno d’acqua bolle pronto ad accogliere polpi che vengono lessati e serviti con una spruzzata di limone.
Le stigghiole appena preparate stanno cuocendo su una griglia che sprigiona un fumo intenso che invade la piazza e intanto la sera scende…

…pane e panelle, un panino con la milza, la spremuta di limoni o agrumi… finalmente un vero street food.

La piazza ed i tavolini si riempiono, nonostante l’affollamento continuano a passare o ad essere parcheggiate alcune automobili, i calcini hanno ormai conquistato il centro della strada ed i giocatori tra un tiro e l’altro devono far passare gli scooter che si fanno strada “nel traffico” della piazza.

Nessuno si arrabbia per questo, è evidentemente normale quotidianità. Dopo una serie di manovre un camion della nettezza urbana si fa largo e svuota i cassonetti pieni e puzzolenti dal mercato mattutino.

La decisione è difficile, dopo lo stordimento iniziale vorrei assaggiare tutto, decido per le Stigghiole, ci sediamo ad uno dei tavolini, basta che compri da bere dai proprietari e puoi sederti,  tra i bidoni della spazzatura ed un fontana con attaccato un tubo abbandonato che perde mantenendo cosi sempre bagnato il pavimento della Vucciria.

Un fascino particolare ha ormai avvolto tutta piazza, il fumo è ovunque e si libera lungo i vicoli adiacenti, il buio è calato ed ogni bancarella ha acceso le sue lucine; gli odori, i suoni ed i colori si fondono in una loro disarmonica ed affascinante armonia.

Il famoso mercato di Marrakech me lo immagino un po cosi, anche se molto più grande e con sue specificità ma la precarietà, le lucine ed i fumi sono le stesse che si vedono nelle foto del mercato marocchino e pensandoci bene sono molto simili a quelle che ho visto nei mercati o per le strade cinesi.

In poche parole Street food! Quello vero!